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Lettera alla Pastorale del lavoro del Veneto

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LETTERA AI DIRETTORI DEL VENETO DELLA PASTORALE DEL LAVORO E DI GIUSTIZIA E PACE.

Perché le comunità ecclesiali diventino sentinelle di vigilanza del territorio.

 Il 23 dicembre scorso abbiamo celebrato una Eucarestia di lode e riconoscenza ma anche di auguri natalizi alla Madre Terra, in uno dei posti più devastati del nostro territorio tra Sarcedo e Montecchio Precalcino, a fianco di una cappella privata dedicata a Santa Barbara. Hanno partecipato rappresentanti di molti comitati. E’ stato diffuso l’appello accluso alla presente.
Sappiamo che sono molti i problemi che assillano le comunità ecclesiali rispetto alla situazione sociale e politica, ma chiediamo alle Commissioni diocesane della Pastorale del lavoro e della pace di attivarsi con estrema urgenza anche sui problemi riguardanti i progetti e gli investimenti che prevedono ancora enormi cementificazioni e asfaltizzazioni, sottraendo sempre più terra al suo naturale servizio alla vita.
Sono molti i comitati attivi che possono fornire conoscenza, competenza e anche proposte alternative alla semplice prospettiva di arricchimento e di speculazioni private.
Probabilmente sta cambiando e velocemente una stagione culturale e un numero sempre più grande di persone e di comunità avverte la necessità di impegnarsi per il bene comune, per un limite ai consumi e riprendere un rapporto di difesa e di cura della Terra, organismo vivo che sostiene e permette tutte le forme di vita e non semplice risorsa da sfruttare e su cui speculare. In questo momento tutti i gruppi economici privati, collegati alle varie lobby politiche, che hanno impresso una forte accelerazione alla realizzazione delle cosi dette “ grandi opere “ da finanziare con il “ project financing “ . E’ il sistema di mangiare ora il futuro di chi nascerà, sapendo che già oggi la terra impiega un anno e mezzo per assorbire il peso di un anno della nostra vita.
Riteniamo molto importante quanto viene fatto nelle comunità ecclesiali con la campagna “ Nuovi stili di vita “, ma la coscienza e la testimonianza individuali dovrebbero portare immediatamente anche alla condivisione comunitaria. Come indicato nel Messaggio per 7° giornata per la salvaguardia del creato ( 1° settembre 2012 ) “ Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra “ edito il 24 giugno 2012, le comunità ecclesiali sono chiamate ad essere la sentinella del territorio con la loro “ presenza vigilante “ a conoscere e rispettare “ la grammatica del creato, che indica finalità e criteri per un utilizzo sapiente e non strumentale e arbitrario “ .
Il documento presentando il progetto catechetico – educativo chiede “ di affrontare con decisione i problemi aperti e i nodi particolarmente delicati …. per cui accanto all’annuncio è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidità la socialità della vita e il dono della terra “
Purtroppo i tempi dell’emergenza non sono programmabili, ci vengono imposti sia per l’improvvisa povertà di chi perde il lavoro, sia per la voracità e velocità di chi punta esclusivamente alla resa finanziaria degli investimenti, senza badare a quel che succede alle comunità e al territorio.  
Siamo coscienti della complessità delle scelte e  della necessità di trovare risposte lavorative adeguate. Anche su questo versante i comitati sono impegnati in positivo con proposte concrete. Senza la pretesa della completezza, per rendere ragione della urgenza e della gravità della situazione in cui ci troviamo, presentiamo un elenco di quanto già sta avvenendo o è in procinto di partite e su cui stanno impegnandosi tanti comitati. Per una visione di insieme e per coordinare l’impegno su tutto il territorio veneto vi chiediamo una audizione di alcuni dei rappresentanti dei comitati più addentro ai progetti e ai meccanismi decisionali per passare “con crescente consapevolezza….a un concreto e fedele impegno di guarigione dell’ambiente calpestato”.
Vi siamo riconoscenti, nella fiducia di poter camminare insieme per il bene di tutti.
Don Albino Bizzotto e Padre Antonio Santini
A nome dei comitati veneti presenti alla celebrazione del 23 dicembre 2012.

   

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