Intervento di don Albino all'Arena di Verona. 25 aprile 2014
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- Creato Martedì, 29 Aprile 2014 15:47
- Scritto da BCP
Appello per la Terra
(Testo dell’intervento all’Arena di Verona il 25 aprile 2014)
Ho un tempo molto contingentato. Vorrei condividere con voi un grido. Vado per slogans.
Noi, come umanità, non viviamo sulla Terra, noi siamo Terra. Inscindibilmente legati alla comunità di tutti gli esseri viventi. Gli elementi che formano la nostra vita sono gli stessi di quelli delle altre specie di esseri. Respiriamo tutti la stessa aria, beviamo la stessa acqua. Senza la Terra noi non siamo.
Per i credenti: se Dio è la nostra carne, Dio è Terra. La nostra relazione con Lui è monca se lo astraiamo e lo separiamo da tutta la sua creazione. La Terra per Dio è preziosa… perché tutto ciò che di buono arriva dalla Terra, arriva anche ai figli della Terra (Capo indiano Seattle).
La Terra non è una proprietà privata, né una miniera inesauribile, né una discarica per ogni genere di rifiuti, né la merce di scambio per speculazioni finanziarie. È l’organismo che fornisce gli elementi della vita a tutti gli altri esseri, noi compresi. Ha una sua natura, un suo linguaggio, una sua grammatica, i suoi tempi. Se ci teniamo alla vita e alla gioia di vivere dovremmo, in tutto quello che facciamo, tener conto del punto di vista della Terra; passare da una cosmologia di possesso e di dominio a una cosmologia di alleanza e di relazione creativa.
I sistemi dominanti di produzione e consumo – sto leggendo dalla Carta della Terra – stanno provocando devastazioni ambientali, l’esaurimento delle risorse e una massiccia estinzione di specie viventi.
Come mai prima nella storia ci troviamo in una situazione in cui la nostra specie, l’essere umano sapiente o demente, corre il rischio di scomparire. E attraverso due fonti di distru-zione.
– La prima: la macchina di morte della tecno-scienza fatta di armi nucleari, chimiche e biologiche, che possono distruggere l’umanità in 25 modi diversi (non a caso siamo in Arena per il disarmo).
– La seconda è data dal caos che abbiamo creato nel sistema Terra e che si manifesta nel riscaldamento globale e nei cambiamenti climatici.
Su questo non ci sono allarmi, ci sono dati precisi. Secondo l’ultimo rapporto ONU di valutazione degli Ecosistemi del Millennio, dei 24 elementi considerati fondamentali per la vita, 15 registrano un alto grado di degenerazione. La produzione di anidride carbonica continua a crescere senza sosta e le possibilità di mantenere le temperature entro i limiti di sicurezza si stanno riducendo rapidamente.
Non ne parliamo mai, ma nella velocità e nella gravità dell’inquinamento ci sono anche gli oceani, sottoposti a una acidificazione la più veloce e la più alta da 300 milioni di anni a questa parte. Stanno nascendo negli oceani nuovi piccoli continenti di plastica.
Anche i nostri territori sono sottoposti a una violenza sistematica, che impedisce alla Terra di svolgere la sua funzione di servizio alla vita. Vengono chiamate grandi opere. Nei fatti colate di cemento e di asfalto per gli interessi di pochi, che modificano irreversibilmente il territorio. Rubando sempre più terreno alle coltivazioni, riducendo sempre più l’autonomia alimentare, con un pesante corredo di corruzione e di infiltrazioni di criminalità organizzata.
Perché non ha grande dignità politica un programma che si proponga di rendere più pulita l’aria che respiriamo, tra le più inquinate d’Europa, più sicura l’acqua potabile che beviamo, più garantito e sano il cibo che mangiamo, più bello il paesaggio dove viviamo?
L’Italia, il Veneto: paesi dove abitare, non corridoi veloci!
- Di fronte alla Terra, che non ce la fa più e che già oggi ha bisogno di un anno e mezzo per recuperare quello che le viene sottratto in un anno;
- di fronte all’urgenza delle risposte che tutti ogni giorno dobbiamo dare per il riequili-brio climatico (saranno i comportamenti quotidiani della gran massa della gente del mondo e non solo i comportamenti virtuosi di gruppi minoritari a decidere della salvezza del pianeta);
scegliamo la vita e non la crescita come obiettivo primario del nostro impegno, creando - sono parole della Carta della Terra - un’alleanza globale per proteggere la Terra e occu-parci gli uni degli altri.
I principi e i percorsi della Carta della Terra possono già ora aiutarci ad agire con maggiore consapevolezza e globalità.
Dopo la grande crisi della seconda guerra mondiale è nata la Dichiarazione dei diritti dell’ uomo; perché con l’attuale crisi globale non potrebbe nascere la Dichiarazione universale dei diritti della terra? Proviamoci.
Con un grande grazie a tutti i comitati - e sono tantissimi - che si impegnano con passione e competenza, che offrono proposte alternative e non semplici rifiuti, che sono portatori di beni comuni e non di interessi privati, vorrei condividere con tutti voi un appello-grido a tutti i responsabili politici e imprenditoriali, impegnati in progetti che prevedono ancora ulteriore consumo di suolo coltivabile.
In nome di Dio, in nome della Madre Terra, in nome dei vostri figli e nipoti: fermate-vi!
Non più un solo metro quadrato di terreno coltivabile lasciato al cemento o all’asfalto.
Fatelo non per costrizione, ma per responsabilità e per amore. Ne va della vita e del-la possibilità di futuro.
d. Albino Bizzotto
Arena di Verona, 25 aprile 2014