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06. La partita delle reti: il vero oggetto del contendere dietro lo scontro Enel - Terna

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26 maggio 2011

La partita delle reti: il vero oggetto del contendere dietro lo scontro Enel-Terna

E’ in corso una battaglia, di cui la maggior parte della gente di questo paese è totalmente all’oscuro, ma che credo valga la pena di conoscere perché sempre più dovremo fare i conti con un sistema energetico che come da anni l’Agenzia Internazione per l’Energia IEA ripete, “è insostenibile”.

 Ebbene lo scontro oppone la società Terna che si occupa della trasmissione dell’energia elettrica in alta tensione e pure di garantire equilibrio e sicurezza al nostro sistema elettrico, ovvero che non ci siano black-out e la corrente prodotta sia eguale a quella richiesta in ogni ora del giorno e della notte, ed Enel capofila di Assoelettrica, l’associazione delle imprese che producono energia elettrica. Ma facciamo un passo indietro, il 7 aprile il ministro delle attività produttive, Paolo Romani al Senato affermava: “ stiamo studiando lo schema dei pompaggi che potrebbero complessivamente generare una potenza installata di qualcosa come 15.000 MW, che teoricamente potrebbero sostituire le centrali nucleari che avevamo immaginato”. Gli impianti di pompaggio sono bacini idrici che servono a produrre corrente nei momenti di picco, mentre nei momenti di basso consumo si “ricaricano” pompando all’insù l’acqua, funzionano insomma come degli accumulatori di energia.

Terna era stata recentemente autorizzata (art. 16 bis della convenzione) a realizzare e gestire (temporaneamente) centrali necessarie ad assicurare la sicurezza del sistema elettrico e già lo scorso anno aveva realizzato impianti fotovoltaici, scatenando malumori in alcuni operatori del settore delle rinnovabili che l’avevano accusata di far loro una concorrenza sleale. Ora l’intenzione di Terna di costruire impianti di pompaggio ha fatto traboccare il vaso dei malumori.

Ma il problema non è il fatto che una società che si occupa di trasmissione non dovrebbe occuparsi di generazione, il problema è che sta accadendo una rivoluzione ad un ritmo che neppure gli ottimisti speravamo potesse verificarsi così celermente: le rinnovabili stanno cambiando il mercato elettrico e talune imprese iniziano a sentirsi dei dinosauri.

La crescita delle rinnovabili negli ultimi due anni ha inciso sul tasso di utilizzo dei cicli combinati a gas, il nerbo della nostra generazione termoelettrica, tanto che siamo scesi a 4.000 ore di funzionamento all’anno (teoricamente sono 8.760 le ore annue disponibili, per cui queste centrali funzionano al 50% e se guardassimo la potenza dovremmo dire che anche quel 50% funziona non a pieno regime) e i cicli combinati sono quelli che fanno il prezzo all’ingrosso, per cui se nelle ore di punta il fotovoltaico sottrae quote di produzione ai cicli combinati, diminuisce il prezzo dell’energia elettrica in borsa e le imprese già in crisi per la mancanza di domanda di energia elettrica non riescono a far quadrare i conti.

Nei giorni scorsi (4 maggio 2011) all’assemblea di Assoelettrica, il presidente Zuccoli ha esposto chiaramente il problema che questi impianti si avviano ad un ruolo di “compensazione dei vuoti di generazione delle rinnovabili”, ruolo per cui non erano certo state costruite (e parliamo di impianti nuovi e fra i piu’ efficienti in Europa).

Ora se al fotovoltaico Terna aggiunge gli impianti di pompaggio è chiaro che nelle ore di punta per il termoelettrico a metano è un dramma, le imprese se ne sono accorte ed iniziano a prendere coscienza dell’impatto della generazione distribuita sugli equilibri del mercato elettrico.

Terna lo aveva forse capito un attimo prima e la sua strategia non mira a far concorrenza alle società elettriche quanto a fare in modo che la rete diventi funzionale all’assorbimento di volumi crescenti di generazione distribuita e non programmabile (i bacini sarebbero ottime “pile” per stoccare l’energia rinnovabile”).

Pertanto la posta in gioco non è se Terna possa o no costruire impianti di generazione, la posta in gioco è la penetrazione della generazione distribuita e non programmabile nel sistema elettrico, la posta in gioco sono i ricavi e i profitti dei generatori convenzionali.

La partita è importante perché il futuro sostenibile si gioca piu’ che sugli incentivi sulle reti.

Roberto Meregalli Beati i costruttori di pace

Comitato Energia Felice www.martinbuber.eu

   

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